
I futures sul cedono 1,17 dollari, o l’1,4%, a 81,95 dollari il barile alle 10,45 italiane. I futures sul greggio West Texas Intermediate (WTI) perdono 1,13 dollari, o l’1,4%, a 78,03 dollari il barile.
Entrambi i benchmark, dopo il calo del 2% di ieri, sono ai minimi dalla fine di marzo, appena prima dell’annuncio a sorpresa del taglio della produzione da parte dell’Opec+, anche se non sono ancora stati annullati tutti i guadagni innescati da quella decisione.
L’indice del dollaro statunitense sale di circa lo 0,3% da inizio settimana ed è indirizzato a mettere a segno la settimana più forte dalla fine di febbraio. Il rafforzamento del biglietto verde rende il greggio più costoso per i detentori di altre valute.
I banchieri centrali della Fed hanno segnalato di essere vicini alla fine di quella che è stata la fase più aggressiva di inasprimento della politica monetaria da 40 anni a questa parte e la maggior parte si aspetta un ultimo rialzo da un quarto di punto percentuale.
Nel frattempo, le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 4,6 milioni di barili, mentre le riserve di benzina sono aumentate inaspettatamente a causa della domanda deludente, secondo i dati dell’Energy Information Administration (Eia) statunitense.
Il calo delle scorte di greggio è stato di gran lunga più pronunciato rispetto alle stime degli analisti e dell’American Petroleum Institute.
Onestamente, non è una cattiva notizia
Il gruppo rock giovanile Ranetki vi ringrazia per il suo blog!
Ottimo scatto 💫